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Con eduroam tutto il mondo è Wi-Fi

Non solo campus universitari, ma anche scuole e piazze: la crescita di eduroam è senza confini e da oggi è disponibile in 101 paesi del mondo

Per studenti e ricercatori, usare la rete Wi-Fi in qualsiasi parte del mondo, non è mai stato così facile.

Accendere il proprio computer o smartphone e trovarsi connessi senza digitare nessuna nuova password è un’esperienza che accomuna un numero sempre più alto di persone. È la “magia" di eduroam, il servizio che consente di utilizzare l’account rilasciato dalla propria organizzazione anche quando ci si trova in un altro luogo, che sia una università, un laboratorio di ricerca, una scuola o una biblioteca.

Quella di eduroam è una storia di successo che negli ultimi anni sta facendo osservare una crescita esponenziale. Solo nel 2018 il numero di accessi in Italia è stato di 103 milioni, con un incremento del 44% se lo confrontiamo con lo stesso periodo dell’anno precedente. Le organizzazioni che lo utilizzano sono ormai centinaia e i dispositivi connessi quest’anno sono stati 825 mila.

Cresce anche il numero di paesi nel mondo in cui è disponibile il servizio: oggi sono diventati 101 grazie al recente ingresso di 7 paesi in Africa e Asia: Benin, Etiopia, Madagascar, Nigeria, Oman, Tanzania, Togo. Una dimostrazione di come la collaborazione scientifica non abbia confini geografici e di come il ruolo delle reti della ricerca nel portare innovazione e buone pratiche in tutto il globo sia ancora di primaria importanza.

Eduroam arriva nelle piazze

Trieste è il primo comune italiano ad aver aderito alla federazione eduroam

A settembre del 2018 eduroam ha compiuto 10 anni raggiungendo nel mondo il traguardo di un miliardo di autenticazioni all’anno. Oggi il servizio non è più limitato ai campus ma è disponibile anche in aeroporti, stazioni e altri luoghi pubblici nelle città che forniscono eduroam come punto di accesso semplice alla rete.
In Italia lo si può trovare a Trieste, Udine, Brescia o in tanti comuni del Trentino dove opera la rete regionale Trentino Network.

Con due milioni di autenticazioni l’anno, Trieste è la città con il maggior numero di accessi posizionandosi al nono posto tra tutte le organizzazioni italiane. A raccontarci l’esperienza della prima pubblica amministrazione italiana ad aderire alla federazione è Christian Tosolin, social media manager del Comune di Trieste ed uno dei referenti per la rete eduroam. “Per il Comune la scelta di eduroam è stata quasi naturale perché Trieste è una città con un’altissima percentuale di studenti e ricercatori che la frequentano quotidianamente. Siamo infatti un polo importante per la ricerca con moltissimi enti presenti sul territorio come l’Università, Area Science Park, Sissa, ICTP e tanti altri. Il beneficio principale oggi è quello di far trovare un servizio Wi-Fi gratuito ed immediatamente utilizzabile, anche nei maggiori centri di aggregazione triestini quali piazze, giardini, vie principali e non soltanto negli abituali luoghi di studio o lavoro. Il feedback migliore" continua Tosolin, “è quello dato dai numeri: due milioni di accessi l’anno sono un segnale positivo e ci riteniamo soddisfatti".

Il modello della federazione eduroam è facilmente esportabile anche in altre realtà italiane e aiuterebbe a ridurre il gap nell’accesso alle risorse tra le differenti aree geografiche. Trieste e le altre amministrazioni già attive possono fare da guida per le altre. “Non ci sono state particolari difficoltà di realizzazione" spiega Tosolin. “Il servizio di Wi-Fi cittadino è stato implementato direttamente dal Comune di Trieste utilizzando hardware di proprietà dell’amministrazione ma dandone la gestione e manutenzione, tramite gara, a società esterne. Sicuramente, l’adesione a eduroam significa, per l’Amministrazione di un Comune, avere un’attenzione ai cittadini che si occupano di studio e ricerca, offrendo un’estensione del proprio servizio Wi-Fi. In questo modo si agevola la vita di tutti quelli che abitualmente utilizzano tale connessione e che, arrivando in una città e trovandola disponibile, non possono che esserne contenti".

La scuola che guida l’innovazione

Un altro luogo fondamentale per la diffusione di servizi digitali può essere rappresentato dalla scuola. Non possiamo certo dire che in Italia la situazione sia brillante, ma proprio per questo risaltano ancora di più i casi di eccellenza. Tra le scuole connesse a GARR, sono solo 4 finora gli istituti che hanno aderito ad eduroam e si trovano nelle province di Frosinone, Bari e Catania.

Al Liceo Varrone di Cassino, ad esempio, l’esperienza è raccontata in toni entusiastici dal prof. Piero Pelosi, responsabile della rete dell’Istituto. “Siamo stati piacevolmente sorpresi dall’effetto dell’adesione alla federazione eduroam" ci racconta. “Gli studenti hanno sviluppato un incredibile senso di responsabilità e di consapevolezza nell’uso dei dispositivi, arrivando ad uno spirito di appartenenza ad una cittadinanza digitale che non avremmo mai raggiunto con corsi di formazione ad hoc". Il Varrone è un liceo linguistico con una forte vocazione internazionale e favorisce la mobilità dei suoi 750 ragazzi che partono spesso per stage linguistici in Germania, Spagna, Regno Unito, Francia. “Quando si trovano all’estero, gli studenti cercano sempre di frequentare i campus universitari, proprio spinti dalla possibilità di connettersi con facilità alla rete. E questo crea un circolo virtuoso perché fa aumentare il tempo che loro passano all’interno di luoghi di cultura. Abbiamo ragazzi che seguono programmi di intercultura in Cina o in Argentina e anche da lì ci arrivano di frequente screenshot della loro connessione ad eduroam".

Il vantaggio per gli studenti è abbastanza chiaro, ma anche l’organizzazione ha cambiato faccia da quando c’è eduroam. Il lavoro dello staff di segreteria è agevolato, basti pensare ai frequenti scambi con l’Università di Cassino, che è molto presente sul territorio. Sono tanti, infatti, gli universitari (studenti o ricercatori) che svolgono lezioni nella scuola e anche per loro, varcata la porta del liceo, la connessione è immediata, senza alcun rilascio di nuove password.

Al Varrone, la scelta è stata quella di integrare le identità del registro elettronico con quelle di eduroam. Una sola username e password ed il gioco è fatto. E il BYOD è ormai una realtà consolidata tra i banchi dove i ragazzi sono sempre connessi. Per il liceo è stato un vero e proprio rinnovamento della didattica: dai test di ingresso, alle ricerche in classe, al trasferimento di file in spazi di archiviazione condivisi: la rete è sfruttata appieno.

Il professor Pelosi ci racconta come il livello di partecipazione dei ragazzi alla vita tecnologica della scuola sia molto alto e ne è la dimostrazione la creazione di un team digitale di studenti che è diventato un vero e proprio gruppo di esperti che aiuta gli altri studenti, ma anche i docenti, a configurare il proprio dispositivo per accedere alla rete.

Sempre più semplice

Per semplificare ancora di più l’utilizzo di eduroam, nell’ambito della rete della ricerca europea Géant, è stato sviluppato un tool open source che permette di creare dei profili personalizzati per ogni dispositivo e sistema operativo in uso.

Si chiama CAT (Configuration Assistant Tool) ed è uno strumento gratuito a disposizione della comunità che permette di configurare in pochi semplici passaggi le regole di accesso per il proprio ente. Il risultato finale è la creazione di file che possono essere scaricati e installati dagli utenti sul proprio dispositivo per accedere in maniera automatica al servizio.

Il tool è utilizzato al momento da circa 70 organizzazioni italiane ed è un aiuto prezioso per evitare configurazioni sbagliate da parte degli utenti. Questo tipo di errori, infatti, solitamente è il principale ostacolo ad una buona connessione. E con oltre un milione di download, si può senz’altro affermare che il servizio sia apprezzato da studenti e ricercatori. Coloro che non hanno ancora provato il servizio possono farlo scaricando il proprio file di installazione sul sito di CAT.

Le organizzazioni che invece ancora non hanno attivato il servizio e vogliono iniziare ad utilizzarlo possono farne richiesta a GARR scrivendo a This email address is being protected from spambots. You need JavaScript enabled to view it.

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