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Einstein Telescope: è ufficiale la candidatura italiana

Pubblicato il 15 Settembre 2020

L’Italia ha ufficializzato la proposta di realizzare in Sardegna l’Einstein Telescope, l’ osservatorio pionieristico di terza generazione per le onde gravitazionali che contribuirà considerevolmente a migliorare la nostra conoscenza dell’universo.

La candidatura vanta il coinvolgimento dei principali enti nazionali nel campo della ricerca quali l’Istituto nazionale di fisica nucleare (Infn, coordinatore del progetto insieme agli olandesi del Nikhef, Istituto nazionale di fisica subatomica), l’Istituto nazionale di astrofisica (Inaf) e l’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv). Anche la Regione Sardegna, così come le università di Sassari e di Cagliari hanno espresso la loro forte motivazione all’installazione di questa innovativa infrastruttura.

La Sardegna presenta un sito con caratteristiche tecniche straordinariamente favorevoli e la costruzione del laboratorio sotterraneo Sar-Grav a Lula, che ospita l’esperimento Archimede finanziato da INFN, lo sta dimostrando con una dettagliata caratterizzazione del territorio.

La Sardegna ospita inoltre il Sardinia Radio Telescope, uno tra i più grandi e avanzati radiotelescopi europei. La loro presenza non solo sta portando la regione a giocare un ruolo di primo piano nella ricerca astrofisica e spaziale, grazie ad un recente accordo con la NASA, ma mostra la capacità del territorio di ospitare una grande infrastruttura di ricerca. In questo quadro il finanziamento da parte della Regione di 1 milione alla rete GARR, che già collega in fibra il Sardinia Radio Telescope, rappresenta il primo passo per portare connettività al laboratorio Sar-Grav. Altri interventi seguiranno per estendere a tutti gli attori coinvolti la infrastruttura in fibra con il supporto della Regione. L’obiettivo è fornire una connessione ad alta velocità tra la Sardegna e la comunità scientifica internazionale e fare in modo che i dati raccolti da ET possano viaggiare in tempo reale verso i più importanti centri di calcolo internazionali.

A supporto della candidatura va anche l’esperienza dell’Italia di 40 anni nello studio delle onde gravitazionali sviluppata all’interno dell’Istituto nazionale di fisica nucleare (INFN). La scuola Italiana ha le sue radici in Edoardo Amaldi, allievo di Enrico Fermi, uno dei padri fondatori del CERN, di cui è stato il primo Direttore Generale. L’Italia ha dato i natali ai padri della ricerca scientifica in questo settore, Adalberto Giazotto e Fulvio Ricci e ospita una scuola di fama mondiale sulle onde gravitazionali presso il Gran Sasso Science Institute (GSSI).

Il coordinatore internazionale del progetto per la realizzazione di ET è Michele Punturo dell’INFN e tanti altri ricercatori italiani hanno dato un contributo eccezionale all’astronomia multimessaggera: tra questi, il professor Eugenio Coccia, rettore dello stesso GSSI e la ricercatrice Marica Branchesi, considerata tra i dieci scienziati più importanti del 2018 secondo la rivista Nature. Senza parlare poi degli importanti risultati raggiunti dall’esperimento Virgo, finanziato dall’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, che ha aperto le porte all’astronomia multimessaggera e ha rivoluzionato la nostra comprensione dell’universo.

La candidatura italiana dovrà vedersela con la concorrenza di un altro sito europeo, l’Euregio Meuse-Reno, ai confini di Belgio, Germania e Paesi Bassi. La decisione sulla futura localizzazione di Einstein Telescope sarà presa entro i prossimi cinque anni. Al di là del prestigio scientifico, il successo della candidatura italiana trasformerebbe la Sardegna in una delle capitali mondaili dell'astronomia, con importanti benefici non solo sul piano scientifico ma anche infrastrutturale e dell'indotto.

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